Nel 2022 la festività invernale si celebra all'insegna del risparmio energetico e, proprio cercando soluzioni alternative alle sfavillanti decorazioni luminose, con la riscoperta delle tradizioni "verdi" del Natale, oggi molto attuali.
Come di consueto, la suggestiva "atmosfera del Natale" si diffonderà in città e borghi di ogni regione italiana mediante lo svolgimento dei consueti programmi con spettacoli, in particolare concerti, cori e rappresentazioni a tema, intrattenimenti per i bambini, e, soprattutto, mercatini con bancarelle degli artigiani e dei produttori di tipicità agroalimentari.
Lo "spirito" che anima il Natale di quest'anno infatti si manifesta proprio nelle inziative realizzate sviluppando idee creative e, oltre e più che fantasiose, funzionali, perché concretamente efficaci a incentivare le attività socio-economiche e però, al tempo stesso, a promuovere consumi senza sprechi, e messe in pratica con soluzioni efficienti, perché con cui si riescono a ridurre costi e impatto ambientale delle manifestazioni.
Determinante, perciò evidente, sarà il ruolo degli "addetti ai lavori" esperti, capaci di progettare e installare gli allestimenti adatti a tutti questi scopi e di pianificare e coordinare programmi adeguati a così tanti obiettivi, dotati delle molteplici competenze tecniche che garantiscono i risultati, e consapevoli del proprio ruolo, cioè degli organizzatori di eventi e fiere professionali.
E, come sempre, ogni celebrazione della festività deve tramandare le tradizioni "a regola d'arte", con rievocazioni aderenti al cerimoniale e con formule innovative coerenti al rituale e alle sue espressioni emblematiche, perciò serve conoscere ed è sempre utile ricordare le valenze delle consuetudinarie pratiche cultuali e culturali e il significato, cioè l'origine e le funzioni sociali, dei simboli che rappresentano, dei personaggi che impersonano e dei molteplici oggetti e immagini che raffigurano lo "spirito del Natale".
Curiosamente, i colori del Natale sono gli stessi della bandiera italiana: il bianco, che evoca la neve, così la stagione invernale; il rosso scarlatto, come l'abito di Babbo Natale, e granata, come i chicchi di melagrana; il verde intenso delle foglie di piante sempre-verdi, in particolare l'abete, e di una pianta ornamentale e sacra, la "stella di Natale", e il verde-speranza delle piante porta-fortuna, come l'agrifoglio e il vischio.
L'impiego degli abeti per decorare strade e piazze delle città viene promosso da numerose associazioni dedite alla piantumazione degli alberi in giardini e parchi urbani, siti ambientali e aree forestali e come, dopo l'uso temporaneo, la pianta possa venire utilmente impiegata con differenti soluzioni eco sostenibili ed ecologiche è spiegato molto bene da un cartone animato didattico realizzato dall'Associazione Promogiardinaggio in collaborazione con la Fondazione Minoprio e la Scuola Agraria del Parco di Monza.
La decorazione degli alberi è una pratica cultuale antica, di origine babilonese, tramandata nelle culture celtiche, in particolare sassone e normanna, la cui assimilazione nel cristianesimo è attribuita al teologo Martin Lutero, il presbitero tedesco che nel 1517 espose le "95 tesi" sui dogmi religiosi che condussero allo scisma tra le chiese cattolica e protestante (L'origine storica dell'albero di Natale / NATIONAL GEOGRAPHIC).
L'allestimento dell'albero addobbato e illuminato si è diffuso nelle città e dimore di tutto il mondo in epoca vittoriana, cioè nel XIX secolo di cui fu protagonista la regina Vittoria, nata a Londra nel 1819, dal 1837 fino al 1901 sovrana del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e nel 1876 proclamata anche imperatrice d'India.
La moda di addobbare l'albero di Natale con "palle" di vetro soffiato invece venne lanciata alle corti austriaca e bavarese. Per la prima volta vennero impiegate per l'allestimento creato dalla duchessa di Teschen, Enrichetta von Nassau Weilburg, nel 1816 al castello di Schönbrunn, dal 1730 al 1919 la reggia asburgica e un complesso sontuoso, circondato da vasti e rigogliosi giardini, che a inizio del XIX secolo era distante dalla città e con il tempo venne inglobato nel perimetro di Vienna. Le biografie della celebre Sissi, dal 1854 al 1898 sovrana dell'impero austro-ungarico, la grande potenza che dominava nell'Europa continentale, ricordano che era nata proprio alla vigilia della festa nel 1837, lo stesso anno in cui in Gran Bretagna saliva al trono la regina Vittoria con cui condivise la fama di iconica protagonista del XIX secolo, e che sua madre era la principessa Ludovica che, nella residenza reale a Monaco di Baviera, l'Herzog-Max Palais inaugurato nel 1828, decorava l'albero di Natale con "palle" di vetro soffiato create dai mastri artigiani di Czestochowa, la cittadina polacca rinomata per il santuario della Madonna Nera, che custodisce l'icona secondo la tradizione dipinta dall'evangelista Luca e una collezione di oltre 40 mila testi manoscritti antichi e medievali, prosperata producendo decorazioni natalizie per le famiglie dinastiche, reali e aristocratiche e poi per una clientela sempre più vasta e così diventata un centro specializzato e una capitale internazionale del Natale.
L'albero di Natale più maestoso del mondo è l'albero di Natale del Vaticano, per la prima volta allestito nel 1982 per iniziativa di papa Giovanni Paolo II, il polacco Karol Wojtyla. Da allora, al centro del colonnato del Bernini che circonda piazza San Pietro, accanto al presepe e a fianco dell'obelisco alto 25,3 metri svetta, ornato con festoni d'argento e lampade colorate illuminate dal 10 dicembre fino al 6 gennaio, un abete ogni anno proveniente da una diversa regione montana europea, nel 2022 dalla Riserva dell'Abetina di Rosello, un minuscolo borgo compreso nell'Unione dei comuni montani del Sangro siti nell'Appennino abruzzese in provincia di Chieti.
L'albero di Natale più grande del mondo è la sagoma che misura 750 metri di lunghezza e 450 metri di lunghezza composta da una miriade di luci collegate da cavi che, complessivamente, percorrono 7,5 km e alimentate da un impianto fotovoltaico collocato sul tetto della sede del Comitato cittadino che realizza l'installazione dal 1980 adornando le piante del bosco sovrastante l'antico borgo di Gubbio (ALBERO DI GUBBIO).
L'albero di Natale più celebre è l'abete alto almeno 30 metri e decorato con più di 50 mila lucine allestito a New York nella piazza antistante al Rockefeller Center, dove per la prima volta era stato installato e decorato con ghirlande di carta nel 1931 per iniziativa e a spese degli operai che lavoravano alla costruzione del grattacielo. Era un anno in cui la nazione pativa la "grande depressione", perciò quell'albero aveva un significato tanto emblematico nella metropoli che, allora, era la citta-simbolo del "sogno americano", il porto d'approdo delle navi provenienti dall'Europa, il "vecchio mondo", però anche la capitale della finanza globale e, perciò, l'epicentro della crisi economica e sociale cominciata nel 1929 con il crollo della borsa di Wall Street, i cui effetti si ripercossero in tutto il mondo, e in quel periodo aggravata dalla crisi agricola e ambientale provocata dalle dust bowls (tempeste di polvere) che, sollevandosi dai terreni agricoli sfruttati con tecniche, macchinari e sostanze industriali, inaridivano le rigogliose e fertili grandi pianure del "nuovo mondo".
Da vent'anni, cioè dal 2002, il 12 DICEMBRE è il Poinsettia Day, la giornata dedicata alla pianta originaria del Centro America, precisamente dell’area tra Guatemala e Messico, che gli atzechi indicavano con il nome "cuetlaxochitl" (fiore della Terra) e consideravano sacra perché ne usavano la linfa per produrre una pomata dermatologica e un medicinale antipiretico, dalle sue brattee estraevano un pigmento impiegato in tintura e in cosmetica e le sue foglie, da cui ricavavano una tisana stimolante la produzione del latte materno, diventano rosse in coincidenza con il solstizio invernale, ragion per cui se ne adornavano durante i riti che celebravano per l'occasione in onore del dio-sole. I missionari francescani che si erano stabiliti a Taxco sfruttarono il "fiore della terra" come pianta ornamentale con cui addobbare la chiesa e l'altare per le cerimonie delle festività natalizie, così la pianta dalle foglie cangianti venne denominata "flor de la Navidad" (fiore del Natale), la cui fama si diffuse nel mondo con quella di una leggenda che nel XVII secolo ispirò un poeta, il messicano Hernando Ruiz de Alarcon, e attirò l'attenzione di un botanico, il franco-messicano Jean Pierre Balme, le cui descrizioni della pianta incuriosirono molti europei affascinati di stravaganze esotiche e studiosi delle "meraviglie della natura".
Nel 1804 l’esploratore tedesco Alexander von Humboldt ne portò alcuni esemplari in Europa e dal 1833 la pianta con le foglie cangianti e che sembrano petali è catalogata nei registri botanici con il nome Euphorbia pulcherrima, “la più bella delle euforbie", e rinomata come poinsettia, in onore a Joel Robert Poinsett, fondatore del National Institute for the Promotion of Science and the Useful, ovvero dello Smithsonian Institute, che durante il suo incarico di ambasciatore degli Stati Uniti in Messico nel 1828 spedì dei “fiori di Taxco” a un amico di Philadelphia, che a sua volta ne inviò alcuni all’Orto Botanico di Edimburgo, da dove cominciarono a venire esportati (Lo "spirito del Natale"... / MONFERRATO GREEN FARM).
Nel mondo adesso si contano circa 150 varietà di questa pianta "miracolosa", la più venduta in Canada e Stati Uniti e coltivata nei vivai di 22 paesi europei, anche l'Italia, che dal 2000 collaborano alla campagna informativa per la divulgazione di informazioni sulla poinsettia tramite il sito STARS UNITE EUROPE, in cui sono illustrate molte idee che ispirano l'impiego della "stella di Natale" come pianta ornamentale e sono messe a disposizione tante immagini utilizzabili da tutti liberamente e gratuitamente.
L'iconografia classica in stile "vittoriano" richiama alla celebrazione del Natale che in questa epoca cominciava a venire celebrato in ogni paese del mondo nello stesso modo e la festa contrassegnava il cambiamento epocale e, gradualmente, globale, avvenuto con lo straordinario balzo del progresso tecnologico e, parallelamente, il diffondersi del sistema industriale, commerciale e finanziario inglese sotto l'egida della Pax Britannica, ovvero della supremazia militare e dell'egemonia coloniale della Gran Bretagna. Nel XIX secolo lo stile di vita della modernità modificava le consuetudini in città e campagne praticate da tempi immemori, fin dalla più remota antichità, con nuove abitudini, come le nuove mode mostrate in resoconti e immagini che illustravano la famiglia reale anglo-sassone trascorrere il Natale riunita intorno all'albero addobato e pattindando sul ghiaccio. Nei centri urbani dove prosperavano le industrie invece la popolazione affrontava molti problemi, da Charles Dickens descritti in alcuni romanzi celebri, intitolati "Oliver Twist", "David Copperfield", "Tempi difficili" e "Grandi speranze", e in una serie di racconti a tema pubblicati tra il 1843 e il 1848, raccolti nell'antologia "The Christmas Books (I Libri di Natale)", che fecero rapidamente il giro del mondo e tra cui spicca la favola che, sia nella rappresentazione fedele all'originale sia in numerose varianti teatrali e cinematografiche, è diventata la storia iconica della "magia del Natale" nel presente.
Ambientato invece nel passato storico e, oltre che nell'anno "zero", al tempo degli "antichi mestieri", il presepe è la rappresentazione della natività concepita e proposta da san Francesco d'Assisi nel 1223 a Greccio (il borgo della Sabina dove dal 1972 viene messa in scena la rievocazione storica - IL PRESEPE DI GRECCIO) e la cui specifica forma espressiva teatrale e artistica è tipica delle culture italiane, francesi e spagnole e latino-americane. Le tradizionali raffigurazioni presepiali sono ispirate, oltre che alle narrazioni della storia evangelica, alle sue raffigurazioni medievali, in particolare ai dipinti che illustrano la natività e il presepe nei "cicli francescani" affrescati da Giotto alla Basilica di Assisi tra il 1253 e il 1292 e nella Cappella degli Scrovegni di Padova dal 1303 al 1305.
Simboli del Natale sono soprattutto le luci che brillano nelle lunghi notti della stagione invernale e nelle decorazioni natalizie vengono rappresentati gli astri celesti, in particolare uno, la stella cometa, di cui nelle storie evangeliche è narrato che aveva guidato i Re Magi e i pastori alla capanna di Betlemme dove era nato Gesù e la cui prima raffigurazione pittorica come emblema ed insegna della natività è dipinta nel celebre affresco di Giotto alla Cappella degli Scrovegni di Padova.
A evocare il Natale sono anche le fiamme di candele e lumini che, secondo le tradizioni di in ogni civiltà, in ogni paese del mondo vengono accesi in occasione di riti e cerimonie celebrativi del solstizio invernale.
Le "palle di Natale" che adornano alberi e decorazioni delle festività invernali infatti simboleggiano i succulenti e benefici frutti della stagione, in particolare l'arancia e la malagrana. Oltre all'albero addobbato e alle composizioni con rami d'abete, con rami, foglie e bacche di agrifoglio e vischio e con melagrane, simboli del Natale sono anche gli alimenti nutrienti, come dolci e biscotti di pan-pepato, che imbandiscono la tavola e che le persone si regalano a vicenda.
Nell'antica Roma ai Saturnali celebrati nella seconda metà di dicembre nobili e popolani banchettavano insieme e le persone si scambiavano le strenne, biglietti augurali e doni propiziatori adornati coni ramoscelli di una pianta (arbor felix) che cresceva nel bosco sacro a Strenia, la dea della buona sorte e della salute.
Nelle antiche tradizioni l'attenzione era focalizzata sulla celebrazione di cerimonie religiose e riti comunitari e metteva in rilevanza il valore simbolico e la funzione sociale dei regali di Natale che, con il passare del tempo, hanno assunto sempre maggiore importanza fino a diventare il principale elemento distintivo della festività. In passato i doni erano soprattutto giocattoli per i bambini, in particolare bambole, cavallini a dondolo e locomotive di treni a vapore, nel XIX secolo le macchine che rappresentavano il progresso tecnologico, e soldatini di piombo simili allo schiaccianoci protagonista della favola che ispira scenografie e coreografie dello spettacolo di Natale più "classico".
Oltre a quelle de "Lo Schiaccianoci", a evocare il Natale sono le melodie di inni religiosi e canzoni popolari i cui testi sono stati tradotti in ogni lingua, il tintinnare di campanelle come quelle che, un tempo, avvertivano del passaggio di una slitta trainata da cavalli e il suono delle zampogne che in passato annunciavano l'arrivo in borghi e città dei pastori che, guidando le greggi in transumanza, erano accampati nei pascoli in pianura.
L'inconfondibile profumo del Natale è una miscela inebriante, in cui si mescolano gli odori della resina d'abete che emana dall'albero addobbato e dalle ghirlande ornamentali e della cera d'api che si diffonde insieme alla luce della candele accese e l'aroma di una spezia, la cannella, ingrediente di base dei dolci al cucchiaio e biscotti, in particolare quelli sagomati e decorati a formare un "omino di pan-pepato" tipici della tradizione nord-europea e inglese, e di due frutti invece originariamente provenienti dal medio-oriente ma anticamente trapiantati nei paesi mediterranei, l'arancia e la melagrana, che oltre a imbandire la tavola adorna le composizioni decorative.
Gli artigiani che praticano "antichi mestieri" sono sempre rappresentati nei presepi, sia quelli "viventi" sia quelli raffigurati con sculture, disegni e immagini, e di cui un personaggio principale è Giuseppe, il santo che viene festeggiato il 19 marzo come patrono dei papà e il 1° maggio come protettore di falegnami, ebanisti, carpentieri,... e di tutti gli artigiani e i lavoratori.
Un artigiano è anche il fantastico costruttore di giocattoli protagonista principlale delle leggende di Natale della mitologia nord-europea, Babbo Natale, cioè Santa Klaus (San Nicola), nelle rappresentazioni raffigurato anche insieme agli elfi che lo assistono nel magico laboratorio nascosto tra i ghiacci perenni del polo boreale e dalle renne che trainano la slitta volante con cui consegna i doni a tutti i bambini del mondo.
I protagonisti delle storie evangeliche e delle leggende popolari narrate a Natale sono molti: Gesù Bambino, la Madonna, San Giuseppe, tanti angeli, l'asinello e il bue, i pastori e i Re Magi. Il viaggio dei sapienti che, interpretando il passaggio nei cieli di una cometa come un segno premonitore, si recarono a Betlemme per assistere alla nascita miracolosa e consegnare al "pargol divin" i doni emblematici, durante l'Avvento e poi il periodo tra Natale ed Epifania negli allestimenti presepiali viene ripercorso spostando le statuine dai lati estremi dell'installazione, cioè dal punto più lontano rispetto alla capanna fino al suo ingresso, dove la carovana giunge il 6 GENNAIO.
L'Epifania, parola che in greco significa "manifestazione", è anche la ricorrenza in cui in molti borghi italiani si accendono i tradizionali falò, in passato roghi con cui venivano bruciati mobili e attrezzi vecchi sostituiti con quelli nuovi costruiti, appunto, nel periodo invernale e, quindi, di interruzione del lavoro nei campi. In molte località alla pira viene data la sagoma della Befana, personaggio leggendario che nella tradizione italiana è la vecchia brutta e malvestita, "con le scarpe tutte rotte e il cappello alla romana", che volando a cavalcioni su una scopa di saggina nella notte della sua festa consegna dolci ai bambini meritevoli e a quelli birichini invece del carbone.
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